Insoddisfazione, frustrazione, sentirsi fuori posto: sono solo alcune delle sensazioni che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha dovuto imparare ad affrontare. Per affrontarle è necessario prima di tutto accettarle, conoscerle, lasciare che ci siano per poterle capire. Solo a quel punto si può pensare di superarle.
Accettare. Scegliere di assecondare sensazioni e sentimenti spiacevoli non significa aprire le porte al cattivo umore per sempre.
Inibirle, nasconderle, fare finta che non esistano o che sia “impossibile provarle per una persona come me” altro non fa che prolungare il malessere che resta latente, ma presente. Quel tanto che basta a turbare il mio quotidiano.
Conoscere. Perché improvvisamente sono insoddisfatto della mia vita, del mio lavoro, delle condizioni a cui devo sottostare quotidianamente? Quando ho cominciato a sentirmi così? Ebbene, anche se sembra che questo tipo di emozioni siano collocate nell’indefinizione del tempo, sicuramente hanno avuto un origine.
L’insoddisfazione si è fatta largo tra le emozioni che proviamo ogni giorno, nella frenesia delle attività quotidiane, senza bussare né tantomeno chiedere il permesso, silenziosa, in punta di piedi.
Capire. Adesso che le brutte sensazioni sono state accettate e non più ignorate arbitrariamente, accolte con il garbo che riserviamo a un ospite non molto gradito, è arrivato il momento di capirle.
Attenzione, questa fase non sempre si apre e si conclude con uno schiocco di dita: bisogna avere pazienza, cura, delicatezza, come quella che riserviamo alle cose importanti che però non conosciamo. Sì perché, per quanto siano sensazioni che categorizziamo come “brutte”, in realtà non esistono cose negative nel grande panorama delle emozioni. Ogni sentimento è “buono” a modo suo, perché tutti sono necessari per vivere, per rispondere agli stimoli che la vita ci offre, per insegnarci a reagire secondo chi siamo nel profondo, ben oltre la facciata esteriore con la quale ci presentiamo al mondo. Capirle implica avere il coraggio di scavare a fondo e ammettere che forse quel lavoro non è esattamente quello giusto per me, che quelle compagnie non mi fanno stare poi così bene, che questa persona che mi sforzo di essere non rispecchia quello che sono davvero.
Reinventarsi emotivamente è un esercizio che coinvolge noi stessi in profondità. Il primo passo per farlo con successo è accettare la frustrazione e l’insoddisfazione per trovarne l’origine. E’ importante imparare a conoscersi meglio e riadattare i nostri comportamenti e le nostre scelte sulla base di chi, ogni giorno, siamo e soprattutto diventiamo.
Nessun essere vivente resta sempre uguale: tutti seguiamo un ciclo denso di trasformazioni e cambiamenti, che hanno la precisa funzione di destabilizzare ciò che sarebbe comodo dare per scontato, così da ri-equilibrarlo meglio.
Essere noi stessi fa sempre bene.